Rhodactis sp. è largamente diffuso nell’Indo-Pacifico e molte caratteristiche sono comuni al genere Discosoma (si veda in proposito ZanclusBase). Molte colonie di Rhodactis spp. che vivono ad una profondità dai 2 ai 30 metri ci giungono soprattutto dall’Indonesia, Singapore e Sri Lanka.
Il nome comune “orecchie d’elefante”, diffuso tra gli appassionati, è giustificato dalle imponenti dimensioni – anche superiori ai 20 cm di diametro – che alcune specie possono raggiungere.
Il genere Rhodactis, ospita nei propri tessuti le alghe simbionti. Tuttavia questo tipo d’alimentazione è solo uno dei modi con cui le specie si alimentano. Possono catturare e consumare pezzi di cibo o addirittura piccole prede e trarre nutrimento da sostanze organiche disciolte nell’acqua.
I molteplici modi di alimentarsi, uniti alla capacità di adattarsi a situazioni ambientali difficili fanno sì che questi invertebrati siano da considerare come i più facili da mantenere in acquario. Prediligono le zone non eccessivamente assolate, con un movimento dell’acqua non intenso.
Ancor oggi gli esperti di tassonomia non sono in grado di affermare se alcune specie debbano essere classificate come Discosoma o Rhodactis. Nel genere Rhodactis i tentacoli ramificati sul disco sono chiaramente visibili, mentre i tentacoli marginali sono principalmente piccoli e non ramificati.
Può succedere che in natura, gli esemplari di Rhodactis spp., offrano riparo a pesci dei generi Amphiprion e Gramma. I colori sono i più disparati e dipendono oltre dalla quantità di Zooxanthellae presenti anche dalla profondità e dalla provenienza geografica. Si riproducono per gemmazione o per scissione.
Rhodactis sp. – osservazioni in acquario
Nei negozi specializzati è frequente imbattersi in specie del genere Rhodactis. Tuttavia, spesso, gli appassionati non sono attratti da questi invertebrati. Una delle ragioni è che le specie non sono ancora ambientate e mal tollerano le luci HQI. Per questo le vediamo chiuse e le scambiamo per specie di piccole dimensioni.
Anche i negozianti, a volte, non sospettano di avere degli esemplari bellissimi e di dimensioni considerevoli. Può capitare di acquistare rocce dove erano attaccati degli Actinodiscus. In realtà erano delle vere e proprie “orecchie di elefante” non ancora ambientate che si sono trasformate in specie con un diametro di 20 cm. – foto 1 -.
Quindi, prestiamo attenzione nel momento dell’acquisto, perché potremmo ritrovarci in acquario degli esemplari enormi, difficilmente gestibili.
I Rhodactis devono essere sistemati in punti dove la corrente non faccia alzare i lembi del disco e in zone dove la luce non li colpisca in modo diretto. I moderni acquari di barriera con potenze di luce considerevoli e circolazione dell’acqua forte, mal si addicono al genere Rhodactis spp., che tuttavia dopo un periodo medio/lungo è in grado di adattarsi.
Meglio gli acquari tradizionali, che forniscono un habitat senza dubbio più consono alle caratteristiche di questi stupendi invertebrati. Per difesa i Rhodactis possono rilasciare sostanze tossiche o comunque dannose per gli altri abitanti della vasca. Meglio dunque non esagerare con il numero di esemplari e mantenere il più possibile una quantità, anche minima, di carbone attivo nel filtro.